sabato 29 gennaio 2011

" La Residenza del Diavolo " Capitolo II - Il Fascino di Adam



- …I concetti attuali sul rapporto mente-cervello, comportano una netta rottura con la dottrina materialista e behaviorista che ha dominato la scienza neurologica per molti decenni… Invece di rinunciare alla coscienza o di ignorarla, la nuova interpretazione riconosce appieno la supremazia della consapevolezza cosciente come realtà causale… Quando la scienza modifica il suo atteggiamento materialista-behaviorista e incomincia ad accettare in teoria, nonché a includere in pratica, nel proprio dominio causale, tutto il mondo delle esperienze interiori, cambia la natura stessa della scienza… I recenti sviluppi concettuali nel campo della teoria sulla mente e sul cervello, che da una parte rifiutano il riduzionismo e il determinismo meccanicistico e dall’altra il dualismo, spianano la strada per un approccio razionale alla teoria e alla prescrizione dei valori, come anche alla funzione naturale tra scienza e religione… - la voce calma e suadente dell’uomo catturava totalmente l’attenzione di Immanuel. Era tanto assorbito dall’importanza del discorso che non udì l’aprirsi della porta della sua camera, né la madre che gli diceva che c’era una visita.
- E’ tanto importante quel programma? – chiese Jordan, appoggiandogli una mano sulla spalla.
- Scusa!… - rispose - Non ti ho sentito entrare… Comunque… la risposta è sì!… Sta parlando… di quello che faccio io… con il mio lavoro… Ti spiace se prima di parlare del caso aspetto la fine dell’intervista?… Quest’uomo mi sembra abbastanza preparato sull’argomento… -
- Fai pure!… Posso restare? -
- Naturalmente!… Anzi, devi restare! -
- Quali sono i risultati? – chiese il conduttore del programma.
- I recenti esperimenti sulla visione a distanza… - rispose il professore - e altri studi sulla parapsicologia suggeriscono che vi sia “interrelazione” tra la mente umana e altre menti, nonché con la materia… Esperimenti condotti sulla interrelazione tra mente e mente hanno dato risultati incoraggianti… tali esperimenti sono volti a dimostrare che la mente umana può essere in grado di ottenere delle informazioni indipendentemente da fattori quali il luogo e il tempo… Siamo certi (io e i miei colleghi) che tali capacità psichiche rappresentano un aspetto assolutamente normale della mente umana e che si può imparare a sviluppare questo potenziale in modo sano e razionale. Non c’è bisogno di alterare il proprio rapporto con la realtà, o di adottare una nuova serie di valori per conoscere l’esperienza psi… Comunque, può capitare di modificare radicalmente la propria visione della vita dopo aver avuto un esperienza di questo genere… -
- Questo significa, che una qualunque delle persone incontrate per la strada, può essere un medianico, uno psicocinetico o un telepate? – chiese ancora il conduttore.
- Ovviamente sì!… Anch’io spesso… mi sottopongo agli esperimenti. -
- Quindi può dirci in prima persona cosa sono in grado di fare questi fenomeni? -
- Certamente! – rispose l’uomo, fingendo di non notare affatto il cinismo nella voce del conduttore.
- Ad esempio? -
- Parlerò della visione a distanza!… La scoperta principale originata dalle ricerche sulla visione a distanza è che la maggior parte dei partecipanti a questi esperimenti impara a descrivere accuratamente edifici, luoghi, oggetti e attività dai quali è separata sia per questioni di spazio che di tempo. Queste persone hanno spesso descritto nei particolari luoghi distanti migliaia di chilometri… Molti hanno anche descritto correttamente eventi che sarebbero avvenuti addirittura ore o giorni dopo… Le persone che hanno imparato a usare queste facoltà in laboratorio vengono chiamate “chiaroveggenti” (non soggetti, termine comunemente usato nella maggior parte degli esperimenti parapsicologici). Sappiamo che la distanza che separa costoro dai luoghi che decidono di “visitare” psichicamente non influenza l’accuratezza delle loro descrizioni, né le rende più difficili da ottenere… In effetti, abbiamo anche scoperto che i luoghi remoti sono talvolta più facili da individuare psichicamente e da descrivere, che non i luoghi vicini. Questo è forse dovuto al fatto che i chiaroveggenti trovano i luoghi distanti più interessanti. Forse trovano anche meno difficoltà nel separare i pensieri analitici e le supposizioni dalle impressioni psichiche vere e proprie quando stanno descrivendo luoghi che non sono loro affatto familiari… Non siamo stati noi a inventare la visione a distanza. Si tratta di un tipo di fenomeno psi, o meccanismo psichico, che avviene naturalmente, nella vita di tutti i giorni di molta gente… -
Un bussare deciso alla porta interruppe per un attimo la loro attenzione alla TV.
- Avanti! – disse Immanuel.
- Vi ho portato tè e biscotti… - disse Arianne, entrando con il vassoio. - Posso restare per un po’?… Giusto il tempo di prendere il tè con voi… – chiese, facendo un sorriso in direzione del fratello.
- Sì! Fai pure… però… almeno per i prossimi dieci minuti… mantieni il silenzio! – rispose Immanuel.
- Ha parlato di descrizioni a distanza, quasi perfette… ma ci ha appena detto che il chiaroveggente, a volte, non riesce a separare le supposizioni e i pensieri analitici dalle impressioni vere e proprie. Cosa intende dire? – chiede il conduttore.
- La visione a grande distanza è essenzialmente la facoltà di riprodurre informazioni figurate e non analitiche… Per esempio, se un chiaroveggente esperto stesse lavorando con la polizia alla ricerca di una persona rapita, o scomparsa, egli potrebbe essere in grado di descrivere il luogo o la casa in cui si trovasse la vittima del rapimento… o la persona scomparsa… ma non sarebbe altrettanto abile nel fornire l’indirizzo esatto, la via. Per il chiaroveggente nomi, numeri, lettere e altro materiale analitico sono tra le informazioni più difficili da descrivere… Ma noi riteniamo che questo problema non sia causato dalla difficoltà di ottenere informazioni metapsichiche. Siamo piuttosto dell’avviso che questa difficoltà sia dovuta al rumore mentale che interferisce con la capacità del chiaroveggente di elaborare le informazioni. Una migliore conoscenza del rumore mentale ci potrà servire per arrivare a imbrigliare i meccanismi psi e a farne degli strumenti più accurati e attendibili… Le fonti principali del rumore mentale sono la memoria e l’immaginazione… -
- Bene!… - l’interruppe il conduttore - La memoria e l’immaginazione, saranno gli argomenti della prossima puntata di “Le Risorse della Mente”… il programma che affronta argomenti dettagliati riguardo la psiche umana… Naturalmente… invitiamo il professor “ Adam Aryen” a partecipare alla prossima puntata… Arrivederci a lunedì prossimo!…-
Mentre i titoli di coda del programma scorrevano, le telecamere inquadravano il professore, che si era appena alzato dalla poltrona e stava conversando con uno dei tecnici dello studio.
- E’ un bell’uomo… - disse Arianne con lo sguardo rapito - Avete visto le sue labbra?… Sembrano disegnate da un pittore… Chissà quanti anni ha?… Sembra così giovane… non ha l’aria di un professore, tranne, forse… per la severità del suo sguardo. Ha i capelli troppo lunghi e la pettinatura estrosa… -
- Non ti sembra di adularlo troppo? – chiese Immanuel, staccando le braccia dalla spalliera della sedia su cui era rimasto per tutta la durata del programma. Quella posizione tipicamente maschile era la sua preferita, quando doveva concentrarsi su qualcosa. Infine si alzò per prendere il telecomando e spegnere la TV.
Jordan lo prevenne. Dopo aver spento lo schermo disse: - Dovrebbe avere trentadue o trentatre anni… - guardava l’uomo di fronte a sé, ma era palese che l’informazione era per Arianne - E’ veramente un docente di parapsicologia… anche se a volte non lo sembra. -
- Tu come fai a saperlo? – chiese Arianne interessata.
- Un mio amico giornalista mi comunica tutte le informazioni che ha raccolto su di lui… Sono parecchie settimane che telefona al suo studio e a casa per fissare la data di un’intervista che vuole strappargli… ed ogni giorno lui gli manda a dire che ha altro da fare; la signorina che risponde dallo studio gli ha detto che il professore è restio a parlare con i giornalisti… gli consiglia di riprovare dopo due o tre giorni… ma lui, imperterrito, chiama ogni giorno… pensa che presto si stancherà e gli concederà ciò che chiede… Io gli ho detto che per me perde il suo tempo… Lui dice di no… -
Nei suoi occhi verdi c’era un’ombra di tristezza. Si passò una mano fra i folti capelli neri. Un chiaro gesto d’impazienza. Sicuramente era la necessità di parlare del caso con Immanuel, che lo rendeva nervoso, ma l’uomo non parlava mai di lavoro davanti alla sorella, percui era necessario attendere che lei si decidesse ad uscire dalla caotica stanza.
- Arianne!… - esclamò Immanuel, avvertendo lo stato d’animo di Jordan - Vuoi per favore lasciarci soli?… Dobbiamo parlare di lavoro, e… -
- Ok! … Me ne vado. – rispose lei – La mamma mi ha detto di avvertirti che stasera lei e papà escono, faranno forse tardi… Non aspettarli per cena… Io sto andando a studiare da Juliette… e credo che mi toccherà passare la notte da lei: dobbiamo fare una ricerca per la materia che stiamo preparando… e vorremmo affrontare due aspetti diversi dello stesso tema… Non ti dimenticare di cenare!… Ciao! – concluse.
Baciò il fratello su una guancia, con affetto, salutò Jordan e con passo leggero si avviò verso la porta.
Lo sguardo di Immanuel era vitreo, mentre seguiva i movimenti della sorella che andava via. La osservava quasi volesse imprimersi la sua figura nella mente; i morbidi pantaloni di panno grigio-topo, di taglio classico, che la facevano sembrare più magra, il maglioncino verde mare sagomato che arrivava alla vita, i morbidi capelli neri che le coprivano le spalle, si muovevano insieme con lei. Una bella donna davvero.
Stava per dirle qualcosa, ma le sue labbra non ebbero il tempo di proferire parola che Arianne era già fuori dalla stanza, e aveva chiuso la porta dietro di sé.

- Qualcosa non va? – chiese Jordan, appena la porta si fu chiusa. Immanuel non rispose e lui diede un’alzata di spalle rassegnata; con gesti veloci si liberò della giacca nera. Nella stanza c’era un caldo assurdo, percui tolse anche il pullover, rimanendo solo con la camicia bianca. La sua figura energica, spalle larghe, vita stretta, dall’alto del suo metro e ottantacinque, almeno un palmo più del suo amico e collega, sovrastava quest’ultimo, che si era riseduto al suo posto, in posizione normale, e che ancora fissava la porta.
- Allora, ragazzo… vogliamo metterci al lavoro, o vogliamo giocare alle belle statuine? – chiese a voce alta Jordan per scuotere il giovane.
- Sì!… - rispose egli infine - Mi è sembrato quasi… - non concluse la frase, alzò gli occhi verdissimi, e ancora visibilmente cerchiati, su Jordan. Cercava una risposta, o forse un sostegno in lui.
Fu in quell’istante che Jordan si accorse del suo aspetto. Nell’ultimo anno, il dipartimento di polizia di cui lui faceva parte, aveva chiesto a Immanuel di collaborare più volte. Praticamente, un caso risolto aveva visto l’arrivo di un caso da risolvere. Non gli avevano lasciato quasi il tempo di respirare.
Mentre l’osservava, Jordan capì l’importanza dell’ultima frase detta da Arianne – “Non ti dimenticare di cenare!…” - . Effettivamente, da quando lo aveva visto la prima volta, Immanuel era molto dimagrito; sì che non era mai stato molto in carne, ma aveva un bel corpo asciutto, spalle larghe, vita stretta, i muscoli al posto giusto, un po’ più alto della sorella, di cinque o sei centimetri; un bell’uomo, forse un po’ delicato, ma comunque un uomo. Adesso era l’ombra di se stesso.
- Sei sicuro… - gli chiese preoccupato - di potercela fare? -
- Sì, stai tranquillo!… - rispose Immanuel rassicurante - Non farti ingannare dal mio aspetto… Ho avuto un brutto raffreddore nelle ultime settimane… Non è ancora passato del tutto, ma mi riprenderò… Credevi forse che ti facessi venire a casa mia per gioco?… Questo maledetto raffreddore mi ha inchiodato a casa… altrimenti sarei venuto io al dipartimento… - sorrideva, sembrava che l’attimo di smarrimento di prima fosse passato.
- Speriamo di risolvere presto questo caso… - disse Jordan - dopodiché, farò in modo che per almeno un mese non ti disturbino… -
- Bene!… Così io e Arianne ci faremo un bel viaggio, insieme… Ma ora pensiamo al lavoro… Sei riuscito a trovare l’informazione che ti ho chiesto? -
- No!… Ieri era domenica… e poi, lo sai… quando si tratta di burocrazia… le cose vanno un po’ a rilento… Perché t’interessa sapere se quel ragazzo aveva interessi per il cinema o la letteratura? -
- Sabato sera Arianne è andata alla prima di un film… -
- E questo cosa c’entra? -
- Questo film è in prima visione dal ventisei di gennaio… quindi, da tre giorni fa… Il ragazzo è scomparso il sedici dicembre scorso, giusto? -
- Giusto! -
- Lo avete ritrovato dieci giorni fa circa… quindi il film non era ancora nelle sale… ma… la scena che mi ha raccontato Arianne, sabato sera… mi fa supporre che l’omicida abbia visto, o abbia preso parte in qualche modo alla realizzazione del film… oppure ha letto il libro da cui il film è tratto… Percui, possiamo cominciare a restringere il campo di ricerca… -
- Tu dici? … Per me questo non prova niente! -
- Non posso esserne sicuro… però non possiamo scartare quest’ipotesi a priori!… Ti ricordo che siamo ancora ad un punto morto… Cerchiamo, cerchiamo… ma ancora non abbiamo niente di concreto in mano!-
- E quale sarebbe questo film? -
- “ La Residenza del Diavolo”!… E la scena che mi ha descritto mia sorella, ha molto in comune con quello che mi hai raccontato tu… di come avete trovato il cadavere… -
- Guarda la combinazione… devo andarlo a vedere stasera… mi fai compagnia? -
- Veramente… sarei ancora in convalescenza… Ma se mi era possibile uscire sabato con Arianne… credo di poterlo fare stasera… Purché non lo sappia mia madre! -
- Già, il tuo raffreddore… Ora capisco perché qui dentro fa tanto caldo… ti hanno acceso il riscaldamento al massimo… Non ti senti soffocare? -
- Per dirti la verità… io sto morendo dal freddo… Sarà meglio mettere qualcosa di pesante… altrimenti congelerò dentro il cinema! -
- Direi di sì!… Se ti sbrighi abbiamo anche il tempo di cenare… offro io… Ricordati la raccomandazione di Arianne… Se scopre che ti ho portato fuori… cosa che a lei non riesce quasi mai… e, per giunta, che sei rimasto a digiuno per colpa mia… mi uccide! -
- Arianne non è così cattiva!… Né tanto meno gelosa… - sorrise Immanuel.
- E’ peggio!… Forse uno di questi giorni… mi farà fare la fine della vittima del nostro caso… se sarò fortunato! – rispose di rimando Jordan, ridendo a sua volta per sdrammatizzare.
Erano dieci anni ormai che conosceva i fratelli Mistral, e Arianne, ogni volta che lo vedeva parlare con il fratello per più di un’ora, cominciava a diventare nervosa e aggressiva verso di lui, come se le stesse portando via il tempo che il fratello poteva dedicarle.
Forse era un’impressione… ma non era simpatico vedere Arianne imbronciata.

Massimo Spada

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