martedì 6 marzo 2012

" La Residenza del Diavolo " Capitolo X - Diane e Jordan s’incontrano



- Buongiorno!… Sono Diane Dégel… - si presentò la ragazza - …Sto cercando l’Ispettore Malin… devo parlare urgentemente con lui! -
- Mi spiace, signorina… l’Ispettore stamattina non è ancora arrivato… Se vuole accomodarsi e aspettarlo… Non dovrebbe ritardare molto… - rispose l’agente.
- Aspetterò! – esclamò Diane mentre si sedeva su una sedia.
L’attesa era sempre un po’ snervante. Diane non era certo diversa dagli altri. Si sentiva osservata da chiunque passava e la cosa non le risultava certo piacevole.
- “Speriamo che quell’idiota dell’Ispettore si decida a spuntare!… Sto cominciando ad innervosirmi… Non che questa idea di venire a cercarlo mi piaccia… ma, forse… forse non è così malvagia… Il direttore sbaglia a dar fiducia a quell’uomo… non posso credere che reputi l’Ispettore una persona affidabile… Dopo più di due mesi di insuccessi, spera ancora che quell’inetto risolva il caso… è un’assurdità!… Che paranoia!… Sono qui a guardare questi cretini che entrano ed escono da questo schifo di posto… e mi osservano con curiosità come se io fossi un fenomeno da baraccone… o chissà che cosa… Imbecilli!… Ecco un altro di questi nulla facenti… A giudicare dalla faccia sembra incazzato di brutto… Chissà cosa gli è andato storto?… Sembra meno scemo degli altri…” -
Con passo sicuro, il ragazzo che aveva attirato l’attenzione di Diane si diresse verso l’agente di guardia.
La giornalista li vide parlare. La curiosità della ragazza aumentò quando i due si voltarono verso di lei. L’irritazione le cresceva dentro… E pensare che aveva trovato il nuovo arrivato migliore degli altri! Decise di lasciar perdere l’incontro con l’Ispettore e di tornarsene a casa… sarebbe stato meglio telefonargli, prima di piombargli al dipartimento come aveva fatto. Stava per alzarsi e andarsene quando…
- Signorina!… - le disse Jordan avvicinandosi a lei - Sono l’Ispettore Malin… Di cosa deve parlarmi? -
- Preferirei parlarle in un luogo più appropriato… Cosa ne dice del suo ufficio? -
- D’accordo, come preferisce!… - rispose Jordan invitandola a seguirlo - Gradirei che lei fosse breve: come può immaginare ho altri problemi da risolvere… le giornate, per me, non sono abbastanza lunghe da permettermi di assolvere a tutti i miei impegni… - soggiunse, richiudendo la porta del suo ufficio dietro di sé.
Lo sguardo carico di disappunto di Diane, fissò Jordan per qualche secondo. Il ragazzo sostenne la stizza di quegli occhi con noncuranza.
- Mi auguro che i suoi… “tanti impegni”… includano la cattura del mostro che sta gettando nel panico la nostra città! – puntualizzò Diane.
- E’ venuta qui per farmi un sermone? – chiese Jordan sedendosi al suo abituale posto. – Le assicuro che non occorre!… Forse lei non lo sa… ma, catturare un assassino… non è cosa da poco!… Se poi è qui per darmi dei suggerimenti… la ringrazio… anche se mi fido poco dei detective fai da te… Tendono troppo ad emulare i gesti di “Sherlock Holmes”… “Hercule Poirot”…“Agathe Christie”… etc. etc. Ora mi dica, perché mi cercava… con tanta urgenza! -
- Mi scusi per il cinismo gratuito!… Volevo conoscerla e… farle qualche domanda… Sono una giornalista… Diane Dégel del Jour de France… -
- Capisco!... Lei è una di quei giornalisti che non si accontentano di un semplice “No Comment”, vero? -
- …Vero!… Credo che faccia parte dei suoi doveri… tenerci informati sugli sviluppi delle indagini… Senta… mi rendo conto che il suo lavoro non è facile… e immagino cosa stia pensando… “Con quale criterio questa cretina di giornalista viene qui per dirmi come devo svolgere il mio lavoro”… Ed io sono perfettamente d’accordo con lei… -
- Bene! Mi fa piacere sapere che la pensiamo allo stesso modo… Ora mi dica a cosa si riferisce… sono certo che la parte calda del discorso… non è ancora venuta fuori! – insinuò Jordan appoggiando i gomiti sulla scrivania; le mani incrociate sotto il mento non rasato.
- E’ vero!… Non mi aspetto approvazione da parte sua… ma… Questa è la mia ipotesi… Mettiamo per assurdo che l’assassina… o assassino… sia uno psicopatico. Costui non si rende conto della sua malattia… ciò nonostante… nella sua follia, cerca di attrarre a sé le persone che gli sono vicine… che ne so… magari pensa di essere guidato da “Dio”… o da una qualche intelligenza superiore… che gli suggerisce di uccidere dei prescelti per la salvezza delle loro anime… Pensando di far loro una cosa gradita… ne sceglie alcune a lui più vicine… e dopo averle rapite, le uccide… -
- Se così fosse… questa sua supposizione dove ci porterebbe? -
- …Nel nostro specifico caso… ci conduce ad “Adam Aryen”!… Tre delle cinque vittime si possono collegare a lui… -
La sonora risata di Jordan, lasciò Diane stupefatta. Lei stava parlando seriamente, cosa diavolo ci trovava lui di così divertente?… Ma quello era veramente un Ispettore di polizia?
- Signorina… apprezzo il suo interesse alla cosa… ma, non credo che possa aiutarci… come ho detto prima, i detective fai da te… non sono… -
- Dunque lei non ha ascoltato ciò che le ho appena detto?… Lei non prende nemmeno in considerazione la mia ipotesi… -
- Le sue ipotesi?… Dove sono le prove per incriminare il Professore, o chiunque altro… Lei ha letto troppi libri gialli… ma… la realtà è ben diversa dalla… -
- So benissimo qual è la realtà!… non ho bisogno di lei per riconoscerla… ma come cavolo fa a dire che quell’uomo sia escluso dai sospettati?… -
- Se mi consente… l’Ispettore sono io!… questo è il mio lavoro, non le permetto d’insegnarmi a svolgere bene il mio compito… Crede che non abbiamo fatto tutti i controlli necessari?… Pensa che se ci fosse stato anche solo il minimo sospetto… non avremmo già verificato la posizione del Professore?… Per favore, non mi faccia perdere altro tempo… Se è venuta qui solo per dirmi che sono un imbecille… beh, lo ha fatto abbastanza esaurientemente… Ora che mi ha informato del suo pensiero, può ritenersi appagata!… Accetto la sua lecita critica… anche se non la condivido… la ringrazio per la sua onestà, e le chiedo il favore di lasciarci lavorare… -
- Lei non ha capito niente!… Io sono venuta qui con l’intenzione di aiutarla a trovare l’assassino… Forse non sarà il “Professore Aryen”, l’assassino… Ma non credo che le costi grande fatica controllare il suo alibi per le sere in cui sono scomparse le vittime… e per i giorni in cui sono state ritrovate… -
- Le posso garantire, “Mademoiselle”, che tutto ciò che doveva essere controllato… è stato controllato, fin nei minimi dettagli… che lei ci creda oppure no… -
- Adesso basta! – urlò Diane – La smetta di trattarmi con condiscendenza… mi fa sentire una bambina stupida!… Io volevo solo metterla al corrente… condividere con lei un mio sospetto, che ritenevo valido… Ma lei… lei … sa soltanto burlarsi di me… -
Jordan la osservò sorridendo. Quella ragazza aveva grinta da vendere… ed in fondo, aveva cercato solo di proporgli un’ipotesi da sviluppare… che del resto lui stesso aveva già preso in considerazione.
Adesso la domanda che Jordan si poneva era: - “Se anche questa giornalista sospetta che il Professor Aryen possa essere l’assassino… se anche lei… come me, pensa che il Professore nasconda qualcosa… Perché mai Immanuel sostiene il contrario?” –
- Se le chiedessi di parlare dei suoi sospetti ad una persona… che come me lavora a questo caso, crede che riuscirebbe a convincerla? – chiese Jordan ad una incredula Diane.
- Naturalmente! – rispose la ragazza.

- “Parigi!… Così calma e sicura… Così scintillante e satura di vitalità… nasconde nel suo ventre il germe dell’omicidio… Potrebbe essere interessante entrare nella mente di un assassino… immaginare cosa pensa… Perché mai ha scelto Parigi per i suoi delitti?… Cosa c’è qui che lo attira tanto?… Probabilmente ha scelto questa città perché è qui che vive… mi sembra la spiegazione più logica… Certo, le ferite sulle vittime sono abbastanza singolari… ma… non prive di senso!… Potrebbe trattarsi di una setta… gli adoratori del male sono famosi per i loro sacrifici in nome di “Satana”… A questo punto l’assassino non può essere uno solo… diventano “gli assassini”… Non capisco come l’Ispettore Malin possa sospettare di me, non penso di apparire… “Satanico”… Forse un po’ cinico, diamine… ma addirittura “Demoniaco”… Se mio padre fosse ancora vivo… direbbe che l’Ispettore è sulle tracce giuste… Ma la mia amata Parigi… non mi tradirà… Non c’è nessun essere umano che mi conosce e mi capisce… al pari della mia città… Amo le sue strade affollate… le sue luci artificiali… il buio dei suoi vicoli… la follia dei suoi eroi… l’atrocità e il sangue della sua storia… il genio dei suoi artisti… Forse un po’ dell’alienazione di questa metropoli è entrata in me… forgiando la mia anima con l’incandescenza del suo fuoco… Doveva accadere!… Ognuno di noi subisce l’influenza dell’ambiente che lo circonda!… Mi chiedo quale sia stato “l’habitat” delle persone che fanno parte di una setta… anche se dubito fortemente che questo possa realmente influire sui loro comportamenti… In questo schifo di vita, o sei buono… o sei cattivo… ora, io vorrei sapere a quale categoria appartengo?!?… Forse a nessuna delle due… chi può dirlo… in fondo, molto in fondo… siamo tutti esseri viventi… soggetti a sbagliare… La perfezione non esiste… chi può arrogarsi il diritto di giudicare un uomo?… Nessuno!… Allora, “Cristo”, perché… perché io debbo sentire solo critiche intorno a me?… Perché mi ritrovo a dover subire la stretta del mantello del sospetto?… Se Anne non avesse mai fatto il mio nome davanti a quelle maledette telecamere… sarei rimasto nell’ombra… libero di continuare il mio lavoro… padrone della mia vita privata… Invece… Questa cattiva pubblicità intorno alla mia persona, è dannatamente pericolosa… Qualsiasi azione io compia… qualsiasi parola io dica… viene analizzata e rivoltata contro di me… L’Ispettore Malin mi sospetta e pensa che io non mi sia accorto che mi fa sorvegliare… Spera forse che io sia un idiota?… Magari per lui la parola “Parapsicologo” va associata a “Tonto”, o “Scienziato Pazzo”…” -
Adam sorrise amaro.
Era comodamente seduto su una delle poltrona del suo salotto. Quella mattina aveva chiamato il laboratorio, per avvertire che se avessero avuto bisogno di lui lo avrebbero trovato a casa. Aveva passato tutta la mattinata a riordinare i documenti, che doveva portare con sé nel suo prossimo viaggio. Non aveva pranzato… il lavoro era stato superiore alla fame. Ora, a metà pomeriggio… il peso della stanchezza aveva preso il sopravvento, percui era andato in salotto a servirsi un drink, e rilassarsi un po’. Ma a volte i pensieri, le preoccupazioni, s’impadroniscono delle menti degli uomini e sfibrano più della fatica fisica.
Questo stava accadendo ad Adam in quel momento. Anziché lasciarsi cullare dalle note della sua canzone preferita… lasciarsi riscaldare dal fuoco del suo Cognac, e… chiudere gli occhi, lasciandosi abbracciare dalla morbidezza della poltrona… Il suo corpo era teso come la corda di un violino… e la sua mente si avventurava in tortuosi pensieri, alla ricerca di una risposta plausibile ai suoi mille perché.
Non era simpatico sapere che la polizia lo sospettava. Non c’erano prove per accusarlo… ma ciò non bastava. Benché Adam si sentisse sicuro del fatto suo… doveva ammettere che era fastidioso sentirsi sorvegliato.
- “Possibile che in tutta Parigi, non abbiano trovato un altro da sospettare, oltre me?… Se continuano così, diventerò talmente famoso da eclissare tutte le stars Francesi… Se non fosse un paradosso… lo troverei anche divertente… invece è “Opprimente”!… L’Ispettore dovrebbe scegliere meglio gli agenti che devono pedinarmi… quelli di cui si avvale, sono facilmente riconoscibili…. Persino un bambino sarebbe in grado di individuarli!… Meglio non pensarci più… altrimenti resterò inglobato nel suo gioco… poiché credo che uno dei suoi scopi, sia quello di esasperarmi… Ma io non ho nulla da nascondere!…” – Infine si ammonì mentalmente – “Adam… torna a lavorare… o dimenticherai qualche documento importante… e il tuo viaggio si rivelerà un totale fallimento! “ -

Malibu

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Memphis

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Personaggio creato da me in un'altra storia