venerdì 12 aprile 2013

Il Libro di Novelle



- Va bene! - disse Flora alla sorella convinta - Se mi dici il titolo di questo libro forse ... potrei anche sapere dove trovarlo -
Anche se con poca voglia di farlo, alla fine Rosa non sapendo più in che modo trovare quel libro, si arrese. - Vorrei trovare " Novelle Meravigliose " per regalarlo a Clara per il suo compleanno ... Ma non so più dove cercarlo ... -
Flora sorrise e senza dire nulla prese la borsa infilò le scarpe e si avviò verso la porta di casa dicendo; - Se siamo fortunati so dove cercarlo! - poi uscì e si diresse in strada.
Sembrava quasi una bambina mentre, camminando per strada faceva ciondolare la borsa tenuta solo perché poteva metterci dentro tutte le cianfrusaglie che si portava dietro quando usciva, eppure lei odiava avere le mani troppo impacciate quando usciva, ma fra le sigarette i cellulari e tutto il resto che inevitabilmente finiva per portarsi dietro ... borsellino compreso ... senza la borsa si sarebbe di certo sentita più impicciata che mai.
Infatti usciva di rado anche per questo per non doversi portare dietro una borsa carica di cose che pesava un quintale ... per modo di dire ... ma come sempre quando si trattava di cercare un bel libro tutto questo veniva dimenticato e accantonato, e quella mattina sua sorella Rosa le aveva appena portato l'incetivo giusto per recarsi fuori casa in cerca di avventure, come amava dire lei quando si decideva ad uscire di casa e affrontare il mondo fuori.
Chissà perché cercare quel libro adesso le sembrava l'avventura migliore in cui si era imbarcata da un bel pezzo e così sorrideva come un'ebete al pensiero della faccia della sorella quando le avrebbe portato il regalo per la piccola Clara e magari, se trovava qualcosa di simpatico avrebbe comprato un regalo anche per Simone così anche lui sarebbe stato contento.

Come dicevamo camminava spedita e allegra per la strada quando giunta nei pressi della sua libreria preferita ecco che si accorse con disappunto che era chiusa ... una smorfia trasfigurò la sua faccia.
- " Ma che stupida che sono! " - pensò fra se – " Oggi è domenica è ovvio che sia chiuso come ho fatto a non pensarci prima! Mannaggia! " -
Il suo passo mutò così in fretta come la sua euforia di poco prima era diventata delusione, si avvicinò alla libreria con aria sconfitta e contrita ... si fermò un istante davanti alla saracinesca chiusa e la fissò.
- Adesso io come lo trovo il libro! - esclamò.
Si voltò e si incammino su per la strada cercando di risolvere in qualche modo, non voleva tornare a casa a dire alla sorella che aveva fallito anche lei, col viso imbronciato e con passi lenti scrutava i negozi che vedeva aperti cercando di trovarne uno che potesse fare al caso suo ma non vi erano negozi di libri aperti attorno. Solo negozietti di inutili monili che una volta comprati dopo due giorni sarebberò finiti dentro ad un cassetto o dentro un'armadietto.
Si guardava intorno con lo sguardo smarrito e deluso, poi, vide qualcosa che somigliava ad una porta, certo a guardarla meglio era una strana porta ... sembrava quasi l'uscio di un posto oscuro e poco frequentato.
Vi si diresse con passo svelto; - Non sia mai ... - disse a se stessa – che io per paura di entrare in un negozietto, mi precluda la possibilità di trovare ciò che cerco! -
La baldanza di poco prima si perse un poco, deglutì ed entrò. Dentro era tutto così strano, così poco da negozio, c'erano pentole appese ai muri, strane maschere coperte di piume che ne decoravano una buona parte, in un angolo poco visibile c'era un un piccolo banchetto con delle erbe strane, che mandavano un odore poco gradevole, Flora non si avvicinò neppure al banchetto, si voltò dubbiosa verso il tipo che stava dietro il bancone ... gli lanciò un'occhiata; aveva gli occhi piccoli come quelli dei maiali, il naso era mostruoso e pendeva fin sul mento, il collo non esisteva sembrava avesse la testa attaccata al busto, non era neppure capace di voltare la testa da una parte o dall'altra, era così basso che sembrava un nano, una gobba enorme sulla schiena, ed una sul petto, era così grosso e tarchiato da sembrare quasi una figura fantasy delle favole, con le gambe piccole e fragili che a guardarlo Flora si chiese come potesserò sopportare tutto quel peso, le braccia erano lunghe e robuste come quelle di un uomo adulto, tanto che con le mani lunghe e a ragno poteva toccare terra senza piegarsi.
Flora lo guardava perplessa senza sapere se ridere oppure no, malgrado ciò un sorrisino affiorò sulle sue labbra, il nano se ne accorse e guardandola con occhi torvi chiese; - Cosa posso fare te piccola insolente donna? -
Flora cercò di ricomporsi con scarsi risultati, dopo cinque buoni minuti rispose; - Chiedo scusa ma non avevo mai visto un nano in vita mia, pensavo che esistessero solo nelle fiabe. - rise di nuovo sonoramente.
Il piccolo nano la guardò con disappunto; - Si si va bene! Adesso dimmi che vuoi! Non posso perdere il mio tempo dietro alle tue risatine idiote ... -
Flora si ricompose. - Sto cercando un libro di racconti, ma forse ho sbagliato negozio ... la libreria dove vado di solito oggi è chiusa ma io devo trovare quel libro ... -
Il nano arrabbiato e indispettito gli puntò contro una mano puntandola con un dito; - Adesso deridi anche il mio bazar con aria insolente? Questo è un bazar non un negozio qualunque ... qui puoi trovare tutto, che titolo avrebbe questo libro? -
Flora ci pensò su qualche secondo, poi sgranò gli occhi. - E che diamine! Non ricordo più il titolo. Accidenti! E adesso come faccio? -
Incrociando le braccia sul petto il nano rispose; - Affari tuoi! Io posso darti una sedia per farti accomodare e quando avrai ricordato il titolo andrò a cercare ciò che chiedi. -

Flora si disperò per un pò poi decise di accettare l'invito e si sedette su una sedia per cercare i ricordare il titolo di quel libro, non riusciva a capire come era possibile averlo dimenticato, lei non dimenticava mai nulla.
Si mosse sulla sedia come se fosse piena di spilli, o cimici, l'odore di quelle strane erbe poco distanti da lei le davano il voltastomaco, voleva uscire da quel posto al più presto, ma senza rendersene conto gli occhi le si chiusero e presto scivolò in un sonno agitato e pieno di incubi, vedeva volti deformati di strani animali che le alitavano in faccia una polvere strana che la faceva tossire, si destò da quel sonno tossendo e si guardò intorno, nulla era cambiato, forse aveva chiuso gli occhi pochi minuti e non se ne era resa conto, o forse aveva solo creduto di dormire.
Si alzò dalla sedia alzando le braccia al cielo, per sgranchirsi e in quel momento; - Nano ... hey nano vieni qui mi sono ricordata ... - urlò a gran voce.
Il nano si presentò dietro il bancone; - Ho capito! Cosa c'è da urlare tanto? -
Lei si avvicinò al bancone e con aria fiera disse; - Il titolo del libro è " Novelle Meravigliose " dovrebbe essere un libro di racconti ... -
Il nano sbuffò spazientito. - Sono nano mica scemo! - sparì nel retro bottega e ricomparve con il libro in mano; - Ecco qui il tuo libro, adesso vattene dal mio bazar ... e vai a dormire a casa tua, questo non è un albergo -

Flora si precipitò fuori da quello strano negozio e si incamminò verso casa di sua sorella con il libro in mano, la gente che attraversava la sua strada la guardava in modo strano e lei non capiva come mai, si voltava a osservare la gente, erano vestiti tutti in modo strano, ma non ci badò più di tanto e proseguì allegra verso casa della sorella.
Suonò il campanello e subito il cancello si aprì, entrò nel cortiletto davanti casa e una ragazza si affacciò dalla porta, per poi correre dentro urlando qualcosa ... Flora entrò in casa meno allegra di quando aveva suonato il campanello.
Come mai si sentiva fuori posto?
Sua sorella le venne incontro, ma era così diversa, i suoi capelli corvini erano grigi e corti, sul viso c'erano tante rughe che la pista di Indianapolis sembrava un rettilineo; - Ma che diavolo è successo? Sono stata via solo qualche ora e ti ritrovo con i capelli tinti di grigio e la faccia truccata come se stessi per andare ad una festa in maschera, che cavolo avete combinato mentre ero fuori? E chi è quella ragazza che mi ha aperto la porta? -
La sorella le mise le mani sul viso e poi iniziò a piangere; - Qualche ora? Ma dove sei stata in questi ultimi vent'anni? -
Flora la guardò stupita. - Vent'anni? Ma dico sei scema? Sono uscita solo per tre o quattro ore, che scherzo è questo? Carnevale è passato da un pezzo sai? -

Lentamente il viso della sorella sbiadì, i mobili della casa divennerò forme strane e incomprensibili, tutto venne avvolto da una fitta nebbia; - Aiutoooooo! -
Flora si svegliò sudata e impaurita, si guardò intorno, era a letto completamente fradicia, la radio accesa spandeva le sue note nella stanza buia, accese il lume sul comodino, era in camera sua a chilometri di distanza da dove abitava la sorella, aveva solo sognato.
Ma che strano e inspiegabile sogno era quello?
Si sedette in mezzo al letto e si ricordò di quel libro di racconti che gli era stato regalato quando era bambina, dentro c'era la storia di quel nano del sogno e lei aveva sempre amato quel racconto.
Rise, aveva solo sognato!

Massimo Spada
27/Gennaio/2013

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